In occasione di un seminario per la promozione della professione di psicologo, alla mia domanda sull’efficacia dei Corsi di Marketing, offerti a diverse categorie di lavoratori, mi fu risposto dal relatore che purtroppo i beneficiari spesso “non fanno” ciò che viene loro indicato come utile o necessario per sviluppare la professione o l’attività, dal che si può dedurre evidentemente che altrettanto spesso l’efficacia della formazione è scarsa o forse persino nulla.

L’efficacia dei Corsi di formazione in generale non mi sembra ben verificata. Un articolo di A. Cartabellotta sulla formazione continua in medicina ad esempio ci dice che attività formative tradizionali (convegni, seminari, letture), teacher centred che prevedono un ruolo passivo del discente, non producono effettivi cambiamenti, mentre la formazione residenziale che coinvolge attivamente i partecipanti e fornisce strumenti pratici, è efficace nel modificare la pratica professionale e, occasionalmente gli esiti assistenziali.”  

Tale conclusione ben si accorda con la considerazione precedente sull’efficacia dei Corsi di marketing teacher centred, tuttavia la parola “occasionalmente” evidenzia un’insufficiente efficacia anche della formazione residenziale, almeno per gli operatori sanitari, considerato che scopo primario della formazione è comunque quello di ottenere miglioramenti nell’assistenza.

Cosa limita l’efficacia della formazione e, limitando l’esame a quella sul marketing, è possibile migliorarla con strumenti aggiuntivi a quelli usati attualmente?

Dobbiamo tenere presente che il comportamento non è dettato sempre da logiche cosiddette “razionali” e soprattutto “esplicite”. Ognuno di noi applica concretamente modelli di comportamento che si basano su regole, convinzioni, emozioni che, lungi dal non essere razionali, rispondono però ad esigenze e premesse dettate, non da una razionalità obiettiva, ma da istinti ed apprendimenti precoci imprintatisi nell’infanzia ed appartenenti a una sfera soggettiva. Tali premesse e bisogni di base generalmente non arrivano ad una piena consapevolezza e spesso non sono più adattativi nel presente. 

Gli apprendimenti precoci sono sempre collegati ad istinti ed emozioni e se ne intuisce pertanto la forza. Qualunque ragionamento “razionale” è destinato a soccombere di fronte ad istanze istintuali di sopravvivenza ed emozioni ad esse collegate. Ad esempio un figlio che abbia avuto un padre troppo direttivo e che non ha rispettato il suo diritto all’autodeterminazione nelle scelte lavorative, lotterà strenuamente, ma piuttosto inefficacemente, per affermarle perchè in continuo conflitto tra due esigenze: quella di autorealizzazione e quella di riconoscimento e di un buon rapporto con il genitore.  La figura paterna in particolare riveste generalmente un ruolo cardine nell’autoaffermazione lavorativa.

Gli apprendimenti precoci però possono essere modificati e la psicoterapia ci insegna che è possibile riorientare il nostro inconscio verso comportamenti più adattativi, rispettandone le esigenze istintuali.  In tal modo si sbloccano quei fattori inconsci e profondi che “remano contro” le migliori intenzioni, strumenti e tecniche dei formatori.

Tale analisi e correzione di fattori personali non è contemplata dai Corsi di formazione né dai Corsi di marketing, offerti dalla varie agenzie. Tale assenza tuttavia è, con ogni probabilità, un importante motivo della loro  frequente debolezza. 

In base alla mia esperienza, l’intervento dello psicologo su questi fattori può essere determinante nell’orientare le scelte lavorative e favorire l’autorealizzazione. In tal modo anche le attività di marketing diventano più efficaci e flessibili.

Tale intervento, attuato con la Terapia Breve Integrata strategico-gestaltica, richiede solitamente pochi colloqui.

Esistono inoltre altri strumenti più attinenti ad una sfera “esplicita e razionale” che lo psicologo può utilizzare nelle attività di orientamento, formazione e marketing, ma che qui non vengono trattati.